Tristi montagne. Guida ai malesseri alpini, Scarmagno (Torino), Priuli & Verlucca, 2009, pp. 288, € 16,50 - Fin dall'inizio, dunque, nel testo l'autore mette in luce l'evidente contrasto tra la montagna così come viene vissuta e percepita dai suoi stessi abitanti, ovvero luogo di tradizioni antiche, di un'identità forte, di grandi e repentine trasformazioni (dovute in gran parte al passaggio da un'economia essenzialmente di sussistenza a un'economia del turismo), di marginalità demografica, di grandi distanze fisiche, e la montagna così come viene rappresentata per essere venduta a uso e consumo dei turisti. Una rappresentazione, quest'ultima, che l'autore fa risalire a un lungo processo di invenzione della montagna che è iniziata attorno alla seconda metà del XVII secolo e ha avuto nel tempo diverse fasi, legate rispettivamente all'interesse scientifico, all'alpinismo e al turismo. (Indice 2/2010, p. 36)