Devozione e libertà. Itinerari musicali nell'Abruzzo giacobino e sanfedista (1796-1806), Teramo, Andromeda Editrice, 1999, pp. 191, L. 30.000 ISBN 88-86728-69-7 - Le imprese reali venivano celebrate in solenni processioni, alla presenza del clero e della gente comune. Si formava così un vincolo, a metà strada tra sacro e profano, che univa il popolo al cospetto della religione e della tradizione monarchica. Un segnale forte di questo attaccamento alla corona e alla fede è spesso rappresentato dall'abbattimento, da parte dei sanfedisti, dell'albero della libertà, sostituito sempre da una croce, al ritmo incalzante della musica. Una croce che quasi sempre usciva dalle cattedrali in processione per "lustrare la città dall'infezione dei giacobbini". Ed è proprio in occasione di diverse processioni "con suoni musicali, tamburi e sparo" che alla fine si concludeva con l'esecuzione del Te Deum: un segnale forte del ripristino dei rapporto tra le autorità religiose e quelle civili dopo la restaurazione borbonica (Avvenire, 8.7.1999)