Dalla cancelleresca all'inglese. L'avventura della calligrafia in Italia dal Cinquecento ad oggi, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2012, pp. 274, € 18,00 ISBN 9788862743587 - Saper scrivere in un bel carattere fu per secoli un buon viatico per sbarcare il lunario. (...) Per diversi impieghi, ad esempio gli Archivi di Stato, era effettivamente richiesta una prova scritta di calligrafia e il saper padroneggiare una buona scrittura, oltre che titolo preferenziale, rappresentava un valore sociale, come testimoniano numerosi manuali per la corrispondenza nei quali si raccomandava l'adozione di un buon carattere. Poi venne la meccanizzazione della scrittura, il deprezzamento di una professione un tempo nobile ma via via sempre più relegata ai margini, sino all'esclusione definitiva della calligrafia come materia da tutte le scuole di ogni ordine e grado nel 1969. A scomparire, assieme ai maestri, furono inevitabilmente anche i trattati calligrafici, la cui storia ricostruisce lo studio di Francesco Ascoli, appassionato cultore della disciplina, fondatore dell'Associazione calligrafica italiana e responsabile di un'importante raccolta presso la Fondazione per leggere di Abbiategrasso. (SVO, 5.5.2013, www.libreriauniversitaria.it)