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ANSALDO Giovanni
Il giornalista di Ciano. Diari 1932-1943, introduzione di Giuseppe Marcenaro, Bologna, Il Mulino, s.d., pp. 379, L. 45.000 - Giovanni Ansaldo (1895-1969) è stato uno dei giornalisti più brillanti del suo tempo. Scriveva molto bene, era facondo, colto, un osservatore acuto e ricco di arguzia. Prediligeva Sainte-Beuve. Le sue scelte politiche - e, quindi, professionali - furono contraddittorie; sconcertanti per i suoi ammiratori degli inizi perché dall'antifascismo passò al fascismo. Genovese, aveva manifestato una forte propensione per il giornalismo appena tornato dalla Grande Guerra. Entrò nel quotidiano dei socialisti liguri, "Il lavoro", del quale divenne redattore-capo. Si legò d'amicizia con Piero Gobetti, collaborò a "Rivoluzione liberale", all'"Unità" di Salvemini e alla "Stampa". Fu uno dei protagonisti della campagna contro Mussolini dopo il delitto Matteotti. Nel '26 tentò di espatriare, finì in carcere e poi al confino di Lipari. In quei mesi il suo innato scetticismo e il bisogno di primeggiare lo indussero a concepire il distacco dal mondo antifascista. Mussolini gli concesse la libertà ma gli negò la possibilità di firmare. Sul "Lavoro", al quale era stato lasciato un esile filo di libertà, ebbero successo le frequenti rubriche siglate da Stella nera. Ma le idee maturate a Lipari stanno facendosi strada. Intorno al 1930 Ansaldo comincia quella che definirà la "virata lenta" verso il regime che sta consolidandosi. Fra il '36 e il '37 la virata culmina in una scelta clamorosa: la direzione di quotidiano livornese "Il Telegrafo" dopo aver ottenuto la tessera del partito fascista. Il quotidiano livornese non è uno dei molti giornali detti "di provincia". E' importante perché appartiene a Costanzo Ciano. Nasce "Il giornalista di Ciano", come dice il titolo del volume che raccoglie i diari di Ansaldo dal '32 al '43. Molte pagine contengono informazioni di prima mano sugli eventi che portarono al "patto d'acciaio" Hitler-Mussolini e all'entrata dell'Italia in guerra nel giugno del '40. Ciano lo consultava continuamente. I diari sono ricavati dalle lettere scritte a una sorella, da appunti a caldo e da annotazioni posteriori. Ne esce un quadro quasi incredibile perché a pagine di condanna del fascismo e del nazismo si alternano ammissioni sconcertanti e affermazioni servili. Come questa del '37: "I miei affari vanno bene e ho avuto testimonianza della soddisfazione del Principale, intendo dire del Principalissimo". Le motivazioni del voltafaccia sono diverse. Le analizza Giuseppe Marcenaro nell'introduzione; ambizione di essere letto e considerato dal potere, convinzione che il fascismo sarebbe durato chissà quanto, vanità, interesse. Il 25 luglio 1943 Ansaldo chiede di essere richiamato. Destinato a Ragusa è catturato dai tedeschi ma, in prigionia, non aderisce al secondo fascismo mussoliniano. Rientrato in Italia conosce il campo di concentramento e poi un periodo di emarginazione. Scrive libri e articoli e li firma con pseudonimi. Nel 1950 De Gasperi lo designa direttore del "Mattino" di Napoli per mettere la buona penna di un conservatore contro l'invadenza politica del monarchico Achille Lauro (La Stampa, 6.5.2000) prop. DHI; cf. BI n. 44.659
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ANSALDO Giovanni
Una vera signora in libreria, con una testimonianza di Gaetano Afeltra, Roma, Edizioni di Gabriele e Mariateresa Benincasa, s.d., pp. 32, s.i.p. (CdS, 15.4.2000) cf. BI n. 44.659
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ANSALDO Giovanni
Il ministro della buona vita. Giovanni Giolitti e i suoi tempi, prefazione di Francesco Perfetti, Firenze, Le Lettere, 2002, pp. XLVI, 418, s.i.p. ISBN 88-7166-585-6 (BCdD 619 01 12) cf. BI n. 54.006
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ANSALDO Giovanni
Anni freddi: diari 1946-1950, Bologna, il Mulino, 2003, pp. 478, s.i.p. ISBN 88-15-09554-3 (Storia/Memoria) (BCdD 645 01 07) prop. DHI
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ANSALDO Giovanni
In viaggio con Ciano, Firenze, Le lettere, 2005, pp. 107, € 8,00 ISBN 8871668677 (Il salotto di Clio, 3) - Giovanni Ansaldo era noto come “il giornalista di Ciano” per il fatto di essere stato vicino al genero del duce, sia come direttore del quotidiano di proprietà della famiglia Ciano sia come amico e confidente. Proprio per questo non volle mai scriverne una biografia, sollecitata da più parti e attesa, ma si limitò a tratteggiare, spesso non firmandoli, degli “schizzi” vivaci su avvenimenti dei quali Ciano fu protagonista. Tuttavia, da queste schegge biografiche, la figura e la personalità del ministro degli Esteri fascista emergono in presa diretta così come emergono i motivi per i quali Ciano scrisse il famoso diario. In appendice, un saggio pur esso a suo tempo pubblicato sotto pseudonimo, ripercorre l'ambiguo rapporto fra Mussolini e gli intellettuali. (Inf. casa ed.) cf. BI n. 60763
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ANSALDO Giovanni
L'ultimo junker. L'uomo che consegnò la Germania a Hitler, Firenze, Le lettere, 2007, pp. 85, s.i.p. ISBN 9788860870461 (Il salotto di Clio, 13) (BCdD 715 03 03) cf. BI n. 67969
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ANSALDO Giovanni
Stenografie di viaggio, a cura di Giuseppe Marcenaro, Torino, Aragno, 2008, pp. 426, € 23,00 (La Stampa, 26.7.2008) cf. BI n. 70439
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ANSALDO Giovanni
L'eroe di Caprera, Firenze, Le lettere, 2008, pp. 95, € 8,50 - Raccolta di alcuni articoli dedicati a Garibaldi, scritti tra il 1949 e il 1969. (L'Indice 3/2009, p. 36) cf. BI n. 71480
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ANSALDO Giovanni
Gli anarchici della belle époque, Firenze, Le lettere, 2010, pp. 109, € 9,50 ISBN 9788860872401 (Il salotto di Clio, 24) (Inf. Casalini libri) cf. BI n. 73072
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ANSALDO Giovanni
Memorie 1920-1925; 1926-1930, Torino, Aragno, 2014, 2 voll., pp. LVI, 814, € 50,00 ISBN 9788884196866 - Le Memorie, cioè i diari di Ansaldo degli anni Venti integrati dalla sua corrispondenza con personalità del mondo politico e culturale del tempo, offrono una rappresentazione in presa diretta di un intero decennio visto attraverso la penna caustica e ironica, caricata di inchiostro all'acido prussico, di un osservatore incline allo scetticismo. Il dato psicologico e caratteriale di Ansaldo, quale emerge dai suoi diari, spiega la natura e i limiti del suo antifascismo (che, pure, gli costò il carcere e il confino) ma anche quelli della sua successiva adesione al fascismo e – perché no? – del suo innamoramento per De Gasperi nel quale finì di vedere una sorta di reincarnazione di Giolitti. Il conservatorismo di Ansaldo, venato dal disincanto e dal pessimismo di uno spirito volterriano, è la chiave di lettura della sua vita e dei suoi passaggi di campo. (F. Perfetti) (Indice 1/2016, p. 47; www.libreriauniversitaria.it) prop. DHI; cf. BI n. 76866
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