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OSTI GUERRAZZI A.
L'utopia del sindacalismo rivoluzionario. I congressi dell'unione sindacale italiana (1912-1913), Roma, Bulzoni, 2000, pp. 342, € 18,00 ISBN 88-8319-630-9 (Historia, 9) - Nel volume sono raccolte le relazioni e le discussioni dei due congressi nazionali del 1912 e del 1913, dove i migliori dirigenti, da Alceste De Ambris a Filippo Corridoni, a Tullio Masotti, I. Bitelli, A. De Ambris, U. Pagani, L. Ciardi, L. Berta, A. Polledro, G. Borghi e G. Ferrarini, discussero approfonditamente le tecniche sindacali e le prospettive politiche di un movimento che ha svolto una parte estremamente importante nella storia delle organizzazioni sindacale di classe del nostro paese. Amedeo Osti Guerrazzi (Roma, 1967) collabora con la cattedra di Storia Contemporanea dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza" e con l'Istituto Storico di Modena. E' autore di Grande industria e legislazione sociale in età giolittiana (Torino 2000, cf. BI n. 52.579) e di saggi sulla storia del movimento operaio italiano. Dall'introduzione dell'autore: "Il sindacalismo rivoluzionario cominciò ad essere riconoscibile come corrente interna del movimento socialista dopo il settembre 1904, quando lo sciopero generale, idea alla base dell'opposizione di Arturo Labriola al riformismo, si concretizzò per la prima volta nel nostro paese. ... Tuttavia, i sindacalisti non riuscirono mai ad esprimere un'unica dottrina sufficientemente omogenea e chiaramente riconoscibile: le differenze tra i loro teorici furono notevoli anche negli elementi più qualificanti. Sono note le differenze circa la teoria della violenza tra Labriola e Leone, meno quelle tra quest'ultimo e, ad esempio, Paolo Mantica, con il quale il Leone aveva fondato il 'Divenire Sociale'. Al congresso di Bologna del 1910 la confusione ideologica venne così riassunta da Maria Rygier, che denunciò 'l'ignoranza delle teorie fondamentali del sindacalismo', confessata ripetutamente dai congressisti. ... Fino, quindi, al 1912, il sindacalismo rivoluzionario non riuscì a creare una sua organizzazione realmente efficiente a livello nazionale. Sempre in bilico tra restare e uscire dalla Confederazione Generale del Lavoro, temendo da una parte di spaccare l'unità del già debole fronte proletario italiano e, dall'altra, di non essere sufficientemente forti, i sindacalisti organizzarono una serie di convegni, tra il 1905 ed il 1910, che avrebbero dovuto chiarire prospettive ed idee e che tuttavia mancarono lo scopo, anche a causa della massiccia presenza nelle loro fila di intellettuali, molti dei quali nulla sapevano delle esigenze del proletariato, ed interessati solo ad utilizzare la corrente per scopi a volte personali, con idee del tutto prive di prospettiva" (LK)
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