TACCHI Francesca
Gli avvocati italiani dall'Unità alla Repubblica, presentazione di Emilio Nicola Buccico, Bologna, Il Mulino, 2002, pp. 597, € 45,90 ISBN 88-15-08741-9 (Storia dell'avvocatura in Italia, 1) - La professione forense nel giro di sessant'anni ha conosciuto tre diversi ordinamenti, l'ultimo dei quali, varato nel 1933, mostra ormai da tempo la sua inadeguatezza perché - al di là del forte condizionamento politico del regime fascista - è stato concepito per una professione ben diversa da quella attuale. L'analisi diacronica consente di mettere in luce alcune delle caratteristiche peculiari e costanti della storia degli avvocati in Italia: il rapporto privilegiato con lo Stato, fin dal riconoscimento giuridico del 1874, che sancì l'incontro tra le esigenze di pfoessionalizzazione del ceto e quelle del governo di creare un mercato nazionale dei servizi legali; la grande rilevanza pubblica dell'uomo di legge, parte integrante della classe dirigente locale e nazionale; il forte spirito di "ceto"; la persistente discriminazione di genere; la "retorica del sovraffollamento" degli albi professoinali. Francesca Tacchi si è laureata a Firenze ed ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Storia della società europea all'Università di Pisa. Si occupa di storia delle professioni, oggetto di alcuni saggi e articoli (in particolare in "libere professioni e fascismo", a cura di G. Turi, Angeli, 1994) e di storia del fascismo (ha pubblicato "Storia illustrata del fascismo", Giunti, 2000). Collabora con "Passato e presente", di cui è redattrice Contiene: I. Il processo di professionalizzazione. II. Gli avvocati e lo Stato liberale. III. Identità professionali tra Otto e Novecento. IV. La rappresentanza degli interessi. V. Il fascismo. (LK)
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